giovedì 12 marzo 2009

tagliare le sbarre






Avremmo a disposizione una forza inesauribile che scaturisce da dentro istante per istante.

A impedirci di giovarcene è solo la nostra incapacità di metterci in sintonia con la sua sorgente inestinguibile. Perché siamo incatenati dalle nostre rigide convinzioni, saturi dei luoghi comuni che ci hanno abituato a considerare come nostre "idee".
Pensiamo di essere razionali e questa convinzione ci rende schiavi del sentimento.
E, a sua volta, questa schiavitù ci getta in balia dell'inconscio e dell'imponderabile.

La cosa più tragicamente comica, è che non c'è nulla di più triste (e deprimente) di ciò che siamo abituati a concepire come "divertimento".

Ma per rendercene conto dovremmo guardarci per un attimo dal di fuori.
Con gli occhi di un altro.



sabato 7 marzo 2009

Strutture di pensiero.






Da 2.500 anni l'uomo occidentale vive prevalentemente nel “conscio”: cioè in uno stato mentale fondato sulla logica deduttiva.

In precedenza prevaleva un tipo d'uomo – oggi raro, se non eccezionale – centrato in un diverso stato mentale: il pre-conscio.
Per questo tipo d'uomo il pensiero non è che uno strumento. E l'assolutizzazione della logica deduttiva e analitica – su cui si fonda l'attuale civilizzazione – è una gabbia opprimente e angosciosa.
Il suo modo di rapportarsi al mondo si basa invece sulla sintonia vibratoria.
Tutto ciò che esiste vibra e ogni creatura, animata o inanimata, ha una propria frequenza. Per l'uomo del preconscio la comunicazione avviene sul piano vibratorio, perché egli non ha perduto la capacità di entrare in risonanza con ciò che è fuori di lui. E, ancora più importante, con ciò che è dentro di lui.

Tale modalità di comunicazione esiste anche per l'uomo del conscio, ma questi non ne ha la minima consapevolezza. Egli è così in qualche modo, in balia degli eventi e del sub-conscio, la sfera psichica degli istinti e delle pulsioni, che invece sta al di sotto della coscienza.
Una persona, ad esempio, gli risulta istintivamente simpatica o antipatica a seconda del fatto che con essa si instauri o meno, spontaneamente la sintonia vibratoria. Se invece avesse un'adeguata consapevolezza di questo ordine di cose sarebbe in grado di regolare la propria frequenza in modo da entrare in risonanza con l'interlocutore.

Lo stesso vale per le le testimonianze storiche, artistiche, letterarie di altri tempi.
L'uomo del conscio non può comprendere il loro linguaggio, il linguaggio del preconscio, quindi esse per lui sono assolutamente mute. O nella migliore ipotesi gli appaiono misteriose e incomprensibili.
La civiltà del preconscio ha una sua arte, una sua scienza, una sua tecnica, una sua religiosità.
Ha perfino una sua medicina, scienza del benessere fisico e psichico, estremamente semplice ed efficace.
Ma l'uomo del conscio non può comprendere il linguaggio del preconscio (il linguaggio del mito, dei simboli, dei testi sacri), perché è incapace di abbandonarsi in quello stato mentale in cui esso può essere compreso.
È incapace di coglierne la frequenza vibratoria, di entrare in risonanza con il mondo, gli altri le cose. E con sé stesso.
Così l'intero universo rimane per lui lettera morta.

Un esempio concreto: Castel del Monte, una delle meraviglie d'Italia, ad Andria, in Puglia.
Un uomo del pre-conscio, visitandolo, riconosce immediatamente la struttura vibratoria pre-conscia che ne caratterizza l'impianto architettonico, e ne riceve una specie di sottile eccitazione, di lieve gioioso entusiasmo. Ma nello stesso tempo avverte, non senza un certo fastidio, come delle irritanti stonature, che rompono l'armonia dell'insieme. È l'effetto degli interventi di restauro che – posti in essere in epoca moderna da uomini del conscio, privi di qualsiasi sensibilità vibratoria – denotano, per chi ce l'ha invece desta, una sconcertante rozzezza.

Tutti sperimentiamo il preconscio, ad esempio al momento di abbandonarci al sonno.
Le onde cerebrali rallentano, i pensieri si approfondiscono, la volontà si rilassa e lascia la presa sugli oggetti del desiderio. La mente diventa un fluire armonico e costante, privo di sobbalzi, di scarti, di irrigidimenti.
Il sonno sopraggiunge, rapisce la nostra consapevolezza e ci porta in un'altra dimensione mentale. Ma per un certo spazio di tempo abbiamo sperimentato, in piena coscienza, l'armonia vibratoria del preconscio.

Questo può essere un punto di partenza.
Perché è possibile impegnarsi per portare questo stato di lieta armonia nella nostra vita diurna.

mercoledì 4 marzo 2009

nulla è impossibile a Dio













barriere di ghiaccio
intorno al cuore

come un abbraccio mortale

che sette ceppi infiammati
fondono goccia a goccia

lottando impassibili
sotto la pioggia battente
disciolta dal loro ardore