mercoledì 10 dicembre 2008

hic et nunc









Il presente si offre a noi solo per un istante e poi elude i sensi.

PLUTARCO




Semplicemente cercare di essere dove si è in questo momento.
Osservare la propria mente che è incline a vagare
e forse un giorno arrivare a controllarla.

Mentre si cambia livello di essere
si acquistano molti tesori
fra cui il più grande è
l'ablilità di penetrare il presente
sempre più spesso e più profondamente.

Si può avere tutto se si è paghi del presente:
non esiste niente di altrettanto emozionante
di questo presente
così inavvertito
eppure così vicino a noi
mentre ci guardiamo attorno senza sapere
nemmeno che cosa stiamo cercando.

Accogliere ciò che ci accade e ci viene incontro
abbracciarlo teneramente, qualsiasi cosa sia,
ed essere sempre pronti ad ascoltare
più che a parlare.

Questa è la chiave.
Il nostro impegno,
il nostro compito è sempre
qui
in questo preciso momento.

1 commento:

Calliope ha detto...

Probabilmente Plutarco si rigirerà nella tomba visto che la sua affermazione non trova assolutamente corrispondenza con il mio pensiero ma anzi lo ribalta in toto o magari non gliene frega un cavolo.
Il presente è si un istante, forse manco esiste proprio, ma come il passato o il futuro non credo eludano i sensi, ma anzi con consapevolezza inconsapevole ne sono partecipi in tutto e per tutto, il qui e ora è come cogliere l'attimo?? Forse..ma non completamente, perchè per cogliere l'attimo non si deve elucubrare più di tanto con la mente se vogliamo far venire fuoi la parte migliore di noi stessi, e non parlo di istinto ma di compartecipazione assoluta di tutti i nostri sensi che trovano così la massima espressione per il motivo per cui siamo stati creati.
Ed è più difficile fare ciò che annullarne qualcuno.
Anche adesso, io qui, presente, sto usando il tatto delle mie dita, il gusto di assaporare dei concetti (del passato) che mi possono aiutare per il presente ed il futuro, con un occhio al passato per vedere se è cambiato qualcosa, l'odorato per sentire il profumo di ciò che sento anche in contraddizione con Plutarco.
La vista perchè senza gli occhi non potrei leggere.
l'udito del suono della tastiera e della voce di Plutarco.
E poi aggiungerei il cervello che in simbiosi col cuore elabora immediatamente il mio pensiero.
Mi manca purtroppo il potere dll'ubiquità che mi farebbe essere in due posti contemporaneamente per assistere da spettatrice impersonale ad eventi già vissuti o da vivere..è per questo che l'impersonalità non esiste. Se c'è il qui et ora, io ne sono protagonista.
Non cerco nulla ma nel sapere ascoltare, non eludendo quindi questo senso, trovo molto anche inaspettatamente.
Della serie "Calliope sempre lunga"
Buondì, anzi ri-buondì.