lunedì 3 novembre 2008

Tracce di verità sepolte

Ci hanno raccontato da sempre che i nostri antichi
erano "politeisti", mentre i cristiani, più evoluti credevano come i loro fratelli maggiori e i loro cuginetti islamici al Dio Unico.
E noi ci abbiamo creduto.
Eppure gli ultimi tra gli "antichi" protestavano strenuamente che i loro "Dei" avevano lo stesso valore degli Angeli e dei Santi del Cristianesimo: di modo che il culto dei molti Dei non escludeva affatto la superiore fede nell'Uno.
E se in epoca di decadenza ovvero nelle forme di religiosità popolare il mondo antico conobbe la personificazione e l'umanizzazione dei Numi celesti, del pari nel cattolicesimo popolare vi sono sempre state corrispondenti forme di devozione incentrate sulle figure dei Santi, spesso in relazione a determinati santuari o a certe preziose reliquie.


Tuttavia, oggi, la presunzione degli spiriti moderni accomuna nel biasimo tanto il monoteismo cristiano, quanto il presunto politeismo degli antichi: e a colmare questo nulla spirituale non rimane che il culto materialista del falso benessere individuale, che paradossalmente ha trasformato e nostre città in mesti alveari, ove regnano incontrastate l'ansia, l'agitazione, l'agitazione, l'infelicità.
Per chi non vuole soggiacere a questo stato di cose rimane tuttavia la possibilità di guardare oltre i nuovi e antichi pregiudizi, di ritrovare il rispetto e l'umiltà per guardare con interesse alla saggezza degli altri e riscoprirne i sentieri, che questa civiltà ha troppo frettolosamente abbandonato.
Una traccia del genere ci viene dalla vicinanza nel calendario, che nonostante tutto ancora seguiamo, della ricorrenza di Tutti i Santi con la commemorazione dei Defunti.
Per i molti certamente è stata un'occasione di vacanza e di riposo.
Ma anche chi non prova più la gioia di immergersi nella quiete rasserenante dei Camposanti, certamente in questi giorni si è fermato un attimo a rivolgere un pensiero affettuoso alle persone care che non sono più vicine materialmente, ma che spesso continuano ad esserlo in modi diversi ma altrettanto concreti.

Per quanto mi riguarda, nutro la ferma convinzione che la doppia ricorrenza che abbiamo appena celebrato celi una traccia precisa, per chi vuol vedere oltre le apparenze: la continuità, attraverso i millenni, dell'antico culto degli Antenati. Una semplice e umile pratica religiosa nella quale gli uomini di altri tempi trovavano l'antidoto infallibile alla schiavitù dell'ego: tiranno tronfio ed individualista, che ci vampirizza, succhiandoci tutta la libertà di tempo e di azione che il progresso sociale e tecnologico dovrebbe averci garantito.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...stare nudi nel vento e sciogliersi al sole...cessare di respirare e liberare il respiro dai suoi incessanti flussi affinch'esso possa, lieve e disciolto, elevarsi, e cercar Dio...il senso della morte...notte...mg!

Anonimo ha detto...

Bellissime riflessioni, complimenti.