mercoledì 26 novembre 2008

la menzogna di ippocrate






















L'illusione prometeica del dottor Frankenstein di Mary Shelley si è fatta realtà sotto i nostri occhi, contrabbandata come trionfo della scienza e somma elevazione morale.
Indottrinata dal materialismo pratico e dalla visione meccanicistica, l'opinione corrente è indotta a considerare la medicina dei trapianti una cosa buona e giusta, soprattutto dall'egoistica preoccupazione di dovervi fare ricorso un giorno o l'altro, per sé o per i propri cari.
Così prosperano il mercato degli organi, la speculazione della casta medica e gli intrighi delle multinazionali farmaceutiche. Che sponsorizzano i media perché diffondano la menzogna della "morte cerebrale" e i governi perché la impongano per legge, con una raccapricciante fictio juris.
Dando via libera alla cinica prassi dei consensi carpiti con melliflue panzane ai parenti indifesi, tormentati dal dolore e oppressi dallo sgomento.
Gli organi si espiantano dagli organismi ancora caldi e pulsanti di esseri umani ancora viventi e vitali: ogni trapianto presuppone un omicidio.